a cura del Dott. Massimo Del Sordo
Criminalista per l’Esame Forense di Manoscritture e Firme Biometriche – Certificato AICQ SICEV (ACCREDIA) norma UNI 11822:2021
Recapiti per eventuali richieste di informazioni: mail: info@grafologico.it – Tel.: 351 383 0254
tecnica di misurazione nei rilievi tecnici per l’esame forense di grafie
Ricordo ancora quando presso un notaio, eravamo intenti ad effettuare dei rilievi tecnici fotografici riguardo un certo documento, io ero lì pronto con la mia attrezzatura: una reflex con flash wireless, una bridge sprovvista di filtro Cut-Off per riprese con tecnologia all’infrarosso ed all’ultravioletto con i relativi filtri a varie lunghezze d’onda I.R. ed U.V., i diversi illuminatori e per finire i miei più cari strumenti tecnologici, ovvero il fido pc portatile, il microscopio “a forma di mouse” e lo scanner “che non mi lascia mai”.
L’altro consulente, al contrario, era “addirittura” attrezzato (solo) di un eccezionale strumento tecnologico, che a suo dire riusciva ad operante anche in modalità multifunzione e multitask; mentre lo estraeva dalla sua “24 ore”, osservando con attenzione, mi accorsi laconicamente e con stupore che questo eccezionale strumento era semplicemente un tablet di una nota marca.
E’ non vi dico di quando colui/ei nel bel mezzo di importanti operazioni peritali per l’esame forense di grafie, osservando la mia attrezzatura esclamò spavaldamente, dall’alto della sua integerrima autorevolezza, “interessante la tua strumentazione, ma avrai speso un sacco di soldi…inutilmente direi, vedi io invece ho solo questo (mostrandomelo)…un buon telefonino dalle ottime capacità fotografiche…basta questo…fidati”.
E’ non vi dico l’imbarazzo che si crea nella mia mente quando leggo quelle perizie, anche d’Ufficio, nelle quali per segnalare i punti “caldi”, ovvero quelli più interessanti del tratto grafico in questione per l’esame forense di grafie, vengono “disegnati” a mano libera sulle immagini frecce, linee, quadrati, esagoni, triangoli, galline e gallinacci messi lì alla rinfusa, sprovvisti si di senso logico ed anche di una certa “professionalità”, ma comunque stupendamente multicolori.
Ricordo ancora quel consulente che, nel tentativo di giustificare dei miei richiami fatti nelle osservazioni ad una sua CTU, tentò di spiegare le varie tonalità di colore adducendo che “i pixel ed i bit sono la stessa cosa”; oppure di quel collega che rispondendo sempre a delle mie osservazioni, replicò che i rilievi tecnici espletati per l’esame forense di grafie attraverso strumentazione con tecnologia IR o UV, portano alle stesse conclusioni, in quanto le due tecnologia “guardano” lo stesso aspetto tecnico.
Per finire con quel CTP che non venne alle operazioni peritali adducendo al cliente stesso che l’aveva fatto per “per non disturbare”, o con quel collega, che durante delle O.P. per l’esame forense di grafie che non effettuava dei rilievi nei confronti del documento conteso, ma bensì che lo stava acquisendo.
Naturalmente per quanto riguarda l’esame forense di grafie io non sono un Professore, non posseggo l’autorevolezza per poter imporre determinate indicazioni e non voglio essere quello il so tutto io del caso; ma le vicissitudini che ho appena accennato mi conducono profondamente riflettere sul perché ci troviamo davanti a determinate problematiche, come asserisce il mio caro amico Salvatore Musio, c’è tanta pochezza in giro, ed ha perfettamente ragione.
L’esperto forense di manoscritture deve avere la completa padronanza dei mezzi tecnologici e delle relative operazioni informatiche necessari per avere quell’equilibrio logico di accettabilità, di qualità e di quantità tali da poter adoperare con “sufficienza” nei propri lavori peritali, ma purtroppo non è esattamente così
Di questo posso esserne sinceramente certo, per quanto riguarda l’esame forense di grafie alcune lacune sono alla vista di tutti e vengono alla luce perizie, dove si evidenziano immagini sfocate ed ingrandite alla meno peggio, senza criterio e dovizia, magari sprovviste delle dovute percentuali d’ingrandimento; non solo, molte volte vengono apportate impostazioni di trasformazioni irregolari all’immagine stessa, finendo così per darle un aspetto completamente diverso dall’originale.
Altro aspetto di cui si tiene poco conto, ma che, al contrario, deve essere contemplato in ogni nostro lavoro peritale, è ogni nostra “intromissione” in tutta la procedura inerente i rilevi tecnici.
l’Iter a cui si deve poi il prodotto finale, riguardo l’esame forense di grafie, deve essere sempre tracciato e replicabile; ovvero si deve sempre indicare l’esatto iter attraverso il quale sono arrivato ad un determinato risultato.
Questo è fondamentale perché le norme metodologiche che cadenzano tali operazioni, prevedono che le stesse possano essere replicate al fine di verificare e provare il risultato a cui si è giunti; quindi anche le altre parti devono essere in grado di eseguire le medesime operazioni per poter confutare o meno il risultato.
Procedure, schemi e sequenzialità predefinite ed accettate come metodologia da seguire nell’esame forense di grafie esistono, è sono state anche messe nero su bianco; vedi quelle ENFI attraverso le “best pratice manuale for the forensi examination of handwriting vers.03/2020″, vedi anche quelle dell’A.G.I.(Associazione Grafologica Italiana). esperto esame forense di manoscritture
Quindi niente di nuovo all’orizzonte, in quanto già esistono linee metodologiche, BPM, deontologiche, etiche e professionali; ma è pur vero che a volte non vengono seguite così come dovrebbe essere, finendo il più delle volte ad essere interpretate e praticate a piacimento, a secondo del caso in trattazione.
Quindi bisogna far si che l’uso degli “oggetti” che la tecnologia ci mette a disposizione per esame forense di grafie, siano adoperati al meglio, al fine di accostarne l’uso a quanto viene descritto nelle prefate linee guida.
Quindi il discorso va al di là dell’essere CTU, CT del PM, Perito del Giudice o CTP, esso si insinua proprio lì dove l’essere professionale ed eticamente corretto confina con l’essere un amante del così come viene, tanto sono stato nominato CTU, quindi faccio un po’ come mi pare…;
Perché non è possibile che un professionista esperto dell’esame forense di manoscritture, anche solo a livello di sensazione, abbia l’idea che un’immagine rilevata con uno smarphone o con un tablet possegga le stesse caratteristiche, peculiarità e qualità di ripresa effettuate adoperando una reflex.
Se sei un esperto forense di manoscritte che tiene alla qualità del proprio lavoro ti invito a leggere i miei articoli per farti rendere conto delle diversità tecniche e tecnologiche inerenti le impostazioni della qualità che, se usate in maniera efficace, andranno poi a ripercuotersi in una fruizione ottimale dell’immagine finale nei lavori peritali. esperto esame forense di manoscritture